Il Pianalto di Poirino è un’area ricca di biodiversità. Le peschiere della tinca gobba dorata, inserite nella campagna coltivata e nei boschetti naturali, formano un sistema di aree umide tra i più pregiati del Piemonte. Dall’alto e sulle carte è ben visibile questa pianura ondulata punteggiata da laghetti, ex cave di argilla utilizzate per l’allevamento e la pesca della tinca, alcuni dei quali completamente naturalizzati. Le peschiere abbandonate, dove non si fa più manutenzione per allevare la tinca, sono quelle dove la natura ha preso maggiormente piede: hanno la corona colonizzata da fragmiti (le canne palustri) e tife, tutte piante che crescono in acqua bassa, e le rive dove verdeggiano cespugli di giunchi e carici. Sulle sponde sono frequenti i salici bianchi e, in qualche caso, anche i salici piangenti piantati a scopo ornamentale da qualche avo dei proprietari. In acqua, sono spesso evidenti le piante più propriamente acquatiche come il poligono, il potamogeto, la lemma e qualche nannufaro o ninfea.

In mezzo agli ambienti umidi isolati tra loro delle peschiere della tinca scorrono alcuni corsi d’acqua minori che originano dalle falde delle colline del Roero. Tra questi, è degno di nota il Rio Verde, ruscello affluente del Rio Banna, dalle sponde ricche di vegetazione.
Il Pianalto sfuma nei boschi delle pendici del Roero nei territori di Pralormo, Ceresole d’Alba, Montà: su queste primi avvisi delle colline sono ben presenti i boschi, tra cui ampie aree di boschi planiziali.

Nel Pianalto è presente un Sito di importanza comunitaria (SIC) che fa parte della Rete Natura 2000, il vasto sistema di aree protette europeo. Il Sic è denominato “Stagni di Poirino-Favari”: si tratta di un’area che si estende per 1.843 ettari e interessa i comuni di Santena, Villastellone, Poirino e Carmagnola. Comprende diverse peschiere della tinca gobba e l’asta inferiore del Rio Verde.